Analisi per l'osteoporosi . Esami specifici per diagnosticare l'osteoporosi
.
Diagnosi precoce con esami per l'osteoporosi . Diagnosi , sintomi e
prognosi dell'osteoporosi .
Diagnosi e terapia farmacologica e naturale
dell'osteoporosi .
Esami
radiologici ed analisi per fare diagnosi di osteoporosi .
La magnetoterapia ad alta frequenza è una validissima terapia naturale
per la prevenzione e il trattamento dell'Osteoporosi.
Richiedi Consulenza Medica Gratuita
L’approccio diagnostico dell'osteoporosi deve prevedere inizialmente un
esame clinico che comprende una raccolta anamnestica accurata ed un esame
obiettivo sistematico. È così possibile distinguere la sintomatologia
dolorosa ossea da quella articolare e quindi orientare correttamente la
diagnosi. Gli esami ematici consigliati cosiddetti di primo livello
(emocromo, VES, profilo proteico, calcemia, ALP, calciuria ), consentono in
genere di riconoscere una forma cosiddetta primaria, ove i risultati degli
esami sono nella norma, da una forma secondaria nel caso che sia presente
un’altra malattia che determini il deterioramento del tessuto osseo. Nella
grande maggioranza dei casi di osteoporosi gli esami ematici risultano
normali.
Nella fase conclamata dell'osteoporosi l’esame radiologico dello scheletro,
oltre alla presenza di fratture, mostra una diffusa radio-trasparenza delle
strutture ossee, particolarmente evidente a livello delle vertebre. Peraltro
l’esame radiologico è in grado di evidenziare una condizione di
demineralizzazione soltanto quando la massa ossea si riduce di almeno un
terzo. La patogenesi della frattura osteoporotica è strettamente correlata
alla bassa densità ossea che determina una riduzione della resistenza
dell’osso essendo essa proporzionata alla massa ossea.
In
genere, le fratture vertebrali nell'osteoporosi insorte nei primi 15 anni
della menopausa o quelle conseguenti a terapia prolungata con
glucocorticoidi si manifestano di frequente con un collasso del corpo
vertebrale o con un elevato grado di compressione e si accompagnano spesso
ad evidente sintomatologia dolorosa, mentre quelle insorte dopo i 75 anni
hanno un andamento lento nel tempo e sono molto spesso clinicamente silenti.
A
seconda della deformazione, le fratture si definiscono a lente biconcava per
cedimento della zona centrale (vertebre di pesce), appiattite per il
cedimento globale del corpo vertebrale, oppure schiacciate a cuneo per
cedimento della loro parte anteriore. Le fratture più frequenti
nell'osteoporosi sono quelle da collasso dei corpi vertebrali della regione
dorso-lombare, interessanti la regione anteriore dei corpi vertebrali e tali
da provocare deformazione scheletrica e conseguente riduzione della statura,
così quella caratteristica deformità della malattia nota come cifosi dorsale
a grande arco. Le piccole deformazioni di un corpo vertebrale, spesso
asintomatiche, sono difficili da rilevare e per ovviare alla variabilità dei
controlli nel decorso della malattia sono state sviluppate tecniche sia
semiquantitative che quantitative al fine di individuare con precisione le
deformazioni dei corpi vertebrali e monitorarle nel tempo. Nel corso degli
ultimi anni è entrato in uso lo studio quantitativo sulle radiografie
laterali del rachide dorsale e lombare, denominato morfometria vertebrale,
in cui, per ogni corpo vertebrale, si calcola l’altezza relativa nella parte
anteriore, centrale e posteriore, e la si paragona all’altezza relativa di
un corpo vertebrale normale di riferimento. Quando una delle altezze
misurate risulta inferiore da almeno il 15 o 20% rispetto al valore di
riferimento la deformità vertebrale evidenziata è compatibile con una
avvenuta frattura. Occorre tuttavia ricordare che non tutte le deformazioni
vertebrali sono causate da osteoporosi e quindi la analisi morfologica deve
sempre essere integrata da dati clinici.
Una
stima della massa ossea, e quindi della resistenza dell’osso, viene
effettuata attraverso la misurazione della quantità minerale o densità. È la
mineralometria ossea computerizzata (MOC) o densitometria ossea. Si tratta
di una esame semplice di tipo radiologico effettuato mediante una speciale
apparecchiatura che stima la quantità minerale in uno o più siti scheletrici
utilizzando una bassa quantità di radiazioni. La densitometria a raggi X
(DXA) rappresenta la tecnica più diffusa e più usata per la misurazione
della BMD; essa permette di misurare vari siti scheletrici (rachide lombare,
tratto prossimale del femore, radio distale e ultradistale, e infine su
tutto lo scheletro) con sufficiente accuratezza e precisione: è così
possibile ottenere misure precise sul contenuto minerale delle componenti
trabecolare e corticale del tessuto osseo. La densità ossea (BMD) viene
misurata come valore assoluto (g/cm2 o g/cm3) e come T- o Z-score, dove per
T-score si intende il numero di deviazioni standard dal valore medio di
soggetti giovani, al picco di massa ossea (circa 30 anni), mentre lo Z score
fa riferimento al numero delle deviazioni standard dal valore medio del
soggetto di pari sesso ed età. L’O.M.S. ha definito come osteoporosi il
valore di T-score <2,5SD, valore che identifica come osteoporotiche il 1 5 –
20 % delle donne in menopausa di età superiore ai 50 anni.
Cura naturale complementare dell'osteoporosi con la metodica "dr.Matonti"
:
acqua magnetizzata , biomagneti Eco e stuoia biomagnetica Eco 5 .
Per
richiedere una consulenza medica al Dr.C.P.Matonti , esperto in
magnetoterapia ed ideatore della metodica "acqua magnetizzata con piastra
Eco 1"e dei Biomagneti Eco , servirsi del modulo contatti .
o tramite e-mail matonti6@hotmail.com
cell. 339.3340022 dalle 15 alle 19
messaggio whatsapp tutti i giorni