Cura e prevenzione dell'osteopoosi . Le cause dell'osteoporosi , le cure
ecologiche per l'osteoporosi , i rimedi per l'osteoporosi ,
l'
alimentazione per l'osteoporosi , terapie farmacologiche per l'osteoporosi .
Terapia e Cura naturale per l'Osteoporosi
Consulenza Medica Ecologica per Rimedi naturali per l'Osteoporosi
Osteoporosi, osteopenia e dolore osteoarticolare aspecifico
Secondo una studio del 20011, il 9,4% delle donne sopra i quarant'anni
(perciò già damolto giovani)
ed
l'11,8% degli uomini sopra i sessanta sono affetti da osteoporosi, le
percentuali aumentano notevolmente qualora si parli di osteopenia (per le
stesse fasce di
popolazione si arriva infatti al 47,2% per le donne e 46,1% per gli uomini),
ed in maniera
ancora più evidente in proporzione all'età del campione di pazienti
considerato. Il dato
evidenzia una problematica rilevante, peraltro di non semplice soluzione.
Le
linee guida(2,3) basano l'approccio a questa malattia prevalentemente
sull'assunzione di
calcio e vitamina D, estrogeni, bifosfonati (per osteoporosi indotta da
glucocorticoidi), ma
si
concentrano fondamentalmente sulla prevenzione in età giovanile. Non è raro,
purtroppo, che queste strategie terapeutiche non ottengano i risultati
sperati,
principalmente a causa di situazioni endocrino-metaboliche che di fatto ne
limitano
l'applicabilità, addirittura arrivando ad attivare una serie di effetti
collaterali dovuti alle stesse terapie.
Per
individuare la strategia terapeutica più efficace è anzitutto necessario
comprendere
quali siano le ragioni prevalenti nella determinazione della
demineralizzazione
ossea in atto, considerato che posso essere diverse e non risolvibili
mediante un unica terapia.
Comprendere il metabolismo osseo
La
struttura ossea(4-7) è composta da tessuto connettivo fortemente
mineralizzato (la
sostanza minerale costituisce circa il 70% delle ossa), attraversato dai
necessari dotti
sanguigni e linfatici. Della sostanza organica presente nell'osso,
costituita in gran parte da
collagene tipo 1, fanno parte anche le cellule ossee, coinvolte nella varie
fasi del
metabolismo osseo; queste cellule si suddividono in due fondamentali
categorie:
-
gli osteoclasti, grosse cellule plurinucleate responsabili della
scomposizione
ossea, aderendo alla struttura mineralizzata sono in grado di rimuoverla
mediante
acidificazione e digestione proteica, scindendo i minerali (calcio Ca e
fosforo P) dalla matrice ossea;
-
gli osteoblasti sono invece cellule in grado di secernere nuove fibrille
proteiche
(collagene) su cui verranno poi fissati i minerali.
Il
prevalere dell'attività di una delle due tipologie di queste cellule è il
principale fattore in
grado di differenziare le fasi di crescita, mantenimento (rimodellamento) o
demineralizzazione dello scheletro. Il massimo livello di densità ossea è
solitamente
raggiunto intorno ai vent'anni d'età, mentre dopo i trenta inizia di norma
la sua diminuzione.
L'equilibrio di questi processi antagonisti dipende da più fattori in grado
di influenzare il
tempo di apoptosi cellulare (generalmente la vita degli osteoclasti è molto
più corta di
quella degli osteoblasti) o la genesi di osteoblasti ed osteoclasti.
Durante la loro attività di rimodellamento osseo, gli osteoblasti possono
restare
intrappolati nella matrice da loro stessi
composta, evolvendosi in osteociti: cellule che, attraverso lunghe
propaggini delle
citoplasmatiche, formano una rete di scambio che attraversa il tessuto
osseo, in
grado di comunicare sia con il midollo che con le BMU (ad esempio al fine di
stimolare
il
rimodellamento di un particolareframmento osseo).
Il
tessuto osseo non soggetto a rimodellamento è generalmente protetto da un
microstrato di collagene arginato
da
uno strato di cellule di rivestimento osseo (dette lining-cells, cellule
derivate da osteoblasti disattivati):
questo materiale organico impedisce agli osteoclasti di aderire alla
superficie mineralizzata e viene eventualmente rimosso
dalle lining cells che, tramite la mediazione degli osteociti, possono
essere stimolate alla produzione di collagenasi (che degrada il collagene
tipo 1 e 2).
Variazioni della densità ossea
La
diminuzione della densità ossea è un processo che inizia tra i trenta ed i
quarant'anni
sia
negli uomini che nelle donne, a causa di una sproporzione crescente nei
processi
coinvolti nella rigenerazione del tessuto osseo caratterizzata da
un'aumentata attività
osteoclastica. Nella maggior parte dei casi questo fenomeno non è legato ad
una
scarsa assunzione di calcio, ma piuttosto ad altri fattori, prevalentemente
endocrini
e
metabolici, in grado di influenzare l'attività di osteoblasti ed
osteoclasti. È comunque il
prevalere dell'azione degli osteoclasti su quella degli osteoblasti a
determinare la graduale
demineralizzazione (e la conseguente fragilità) ossea.
Fattori endocrini
Tra
i fattori più comunemente coinvolti nello sbilanciamento tra l'azione di
osteoclasti ed
osteoblasti, oltre alla carenza di ormoni sessuali (estrogeni,
testosterone), si riscontra
l'eccesso cronico di glucocorticoidi(8-15) (sia endogeni che esogeni).
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