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Odontoiatria Ecologica

 

DOLORE    DENTARIO

Quasi tutti, purtroppo, provano prima o poi un dolore di origine dentaria.
Nella maggior parte dei casi si tratta di quello che é comunemente chiamato  “ascesso”, talora il dolore è determinato da un dente che ha difficoltà ad erompere o da un intervento chirurgico subito a livello del cavo orale.
Qualunque sia l’origine del dolore questo necessita di  una accurata diagnosi e di un trattamento specialistico al quale é consigliabile ricorrere al più presto.
L’omeopatia e la fitoterapia possono comunque  essere utilizzate al momento in cui  si verifica l’urgenza , nell’attesa dell’intervento dello specialista e come valido coadiu-vante di detto intervento.
Vediamo ora a grandi linee alcuni rimedi omeopatici che possono essere utilizzati  in caso di dolore dentario acuto.

Consideriamo innanzi tutto il cosiddetto “ascesso dentario” che é forse la patologia più frequente.
Bisogna qui distinguere tra le diverse caratteristiche e sintomatologie:

Belladonna  è indicata quando il dolore è caratteristicamente pulsante,  e migliora bagnando la zona con acqua fredda.
La dose consigliabile è 9 CH, 5 granuli ogni due ore.

Apis é invece indicato quando il dolore ha la caratteristica di essere trafittivo e bruciante e di tendere a migliorare  con l’applicazione di qualcosa di freddo.
I dosaggio consigliato é  9 CH , 5 granuli ogni ora.

Hepar Sulfur   é indicato qualora la zona interessata dall’ascesso sia, al contrario, particolarmente sensibile al freddo, anche alle minime correnti d’aria, nonché all’essere toccata o, comunque, mostri di essere ipersensibile al dolore.
È un rimedio che è più adatto a persone generalmente in buona salute e quindi con buone difese.
Va notato che mentre le basse diluizioni come 5 CH favoriscono la suppurazione questa viene frenata dalle diluizioni elevate .

Mercurius Solubilis è invece indicato nel caso in cui si riscontri, insieme al dolore, un amento della saliva prodotta che diviene anche  nauseabonda. Anche la lingua è interessata ed appare molle e patinosa (patina gial-lastra). I linfonodi sono ingrossati.
La diluizione consigliata non è mai sotto la 7CH.

Anche Pyrogenium (9 CH - 5 granuli 2 volte al giorno), si può assumere fino a che si ritiene possibile che l’ascesso si riassorba o quando non c’è obbiettivamente una raccolta di pus 

Nel caso che il dolore derivi da una difficile eruzione dentaria, come sovente avviene nel bambino piccolo , indicata è Chamomilla (15 CH)  che trova la sua applicazione quando il bambino si dimostra agitato, capriccioso , tendente al pianto ed in grado di calmarsi solo se tenuto i collo, talora febbricitante e diarroico (la diarrea è tendenzialmente verdastra) con la guancia dal lato interessato caratteristicamente arrossata; Ignatia va bene invece per un bambino sotto certi aspetti meno esigente e che dimentica il suo male se viene distratto da un gioco, anche in questo caso la diluizione consigliata è 15 CH.
In entrambi i casi sarà poi necessario ricercare  un rimedio di fondo per evitare il ripetersi degli episodi dolorosi.
Quando invece siamo di fronte ad una difficoltà di eruzione di un dente permanente, come avviene abbastanza spesso  a livello del molare inferiore (dente del giudizio), bisogna valutare o me-no la presenza di un ostacolo alla eruzione.
Se non è presente nessun ostacolo, Cheiranthus  appare il rimedio più indicato in particolare se è presente sensazione di congestione della mucosa e sensazione caratteristica di interessamento dell’orecchio, qualora i segni non siano così caratteristici può essere conveniente alternare a Cheiranthus i classici rimedi di suppurazione.
Nell’ipotesi in cui sia presente un ostacolo alla eruzione l’unica soluzione possibile è di tipo chirurgico, nell’attesa, come rimedio locale per apportare un po’ di sollievo possono essere utili sciacqui di Calendula Officinalis  (15 gocce in un bicchiere d’acqua - l’acqua deve essere bollita e successivamente lasciata intiepidire.)

Nel caso che il dolore sia il risultato di una estrazione, indicata è Arnica Montana  (15 CH 5 granuli al bisogno) ,ad Arnica si può , in questo caso ,associare Hypericum perforatum (30 CH 5 granuli  ogni ora).
Questo nel caso che  lo specialista che ha eseguito l’intervento, non abbia già effettuato una prescrizione omeopatica pre e post operatoria. Infatti in genere, in particolare quando l’intervento è programmato, viene consigliata una preparazione omeopatica prima dell’intervento stesso ad esempio, ma é solo un esempio in quanto la prescrizione varia da caso  a caso poiché ogni paziente é un individuo singolo e con delle proprie precise caratteristiche che non vanno mai sottovalutate, si può prescrivere Arnica Montana la sera prima dell’intervento per prevenire il trauma, sciacqui con Calendula (Calendula Officinalis T.M. 60 cc, 25 gocce in un bicchiere di acqua calda) nel periodo post operatorio associati all’assunzione di Hypericum.

Altro protocollo post–estrazione dentale è quello che prevede l’utilizzo di:
Arnica 30 CH, 2 o 3 granuli ogni 6-8 ore per 3 o 4 giorni;
Hekla lava 30 CH, 2-3 granuli ogni ora nel caso in cui si abbiano dolori da alveolite post estrattiva;
Hypericum 30 CH, 2-3 granuli ogni 12 ore in caso ci sia stato, o si sospetti, un traumatismo a livello delle fibre nervose.

  Negli stati infiammatori , dolorosi e talora febbrili, anche di origine dentaria, la terapia allopatica è in genere demandata ai FANS (antiinfiammatori non steroidei), categoria di farmaci che presenta  una notevole efficacia , ma presenta anche controindicazioni ed effetti collaterali.
Tra i più noti l’acido acetil salicilico, più comunemente  conosciuto con  il nome commerciale di ApirinaÒ, che è ormai un farmaco di largo, anzi larghissimo consumo, non esente da effetti collaterali; in particolare ha una azione lesiva sulla mucosa del tratto gastrointestinale superiore, potenzia l’effetto  dei farmaci anticoagulanti in quanto diminuisce le capacità coagulative del sangue stesso per cui risulta controindicato nei soggetti con tendenze emorragiche, è da evitarsi inoltre negli ultimi tre mesi (in particolare nelle ultime settimane) di gravidanza poiché può provocare fenomeni emorragici sia nel feto che nella madre e precoce chiusura del dotto di Botallo1.
Pur con queste controindicazioni e con questi effetti collaterali i FANS in generale, e l’ApirinaÒ, in particolare, risultano essere farmaci estremamente efficaci e talora indispensabili.
   Esistono comunque in ambito fitoterapico rimedi antin-fiammatori validi che non presentano gli effetti collaterali degli antinfiammatori non steroidei di sintesi.
  Va sempre però ricordato che difficilmente un fitoterapico avrà la concentrazione e quindi la potenza di un prodotto derivante dalla sintesi chimica.

  Tra questi antinfiammatori naturali ricordiamo:

  Il salice comune (Salix alba) che ha una proprietà antinfiammatoria aspecifica ed è inoltre un antinevralgico ed antipiretico oltre ad avere una attività antireumatica.
   Le proprietà suddette sono legate al formarsi dell’acido salicilico, detto acido deriva   dalla ossidazione dell’alcool salicilico derivante a sua volta dal silicoside e dalla Salicortina con un processo di idrolisi che ha come agente  la flora batterica intestinale.
   La parte della pianta che viene utilizzata in terapia è la corteccia dei rami di 2-3 anni.
Benché non ci sia attualmente nella letteratura nessuna notizia di effetti tossici o secondari dovuti alla presenza di salicilati è buona norma non utilizzare questa pianta in caso di accertata ipersensibilità individuale ai salicilati.


L’ artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens) è una pianta che ha come habitat l’Africa sud occidentale e della quale si usano le radici secondarie.
Ha una forte azione antinfiammatoria poiché inibisce la sintesi delle prostaglandine.
Le prostaglandine sono sostanze che intervengono nel controllo della permeabilità vascolare  nel corso dei processi infiammatori, sono quindi un elemento sostanziale nella nascita del processo infiammatorio.
L’artiglio del diavolo ha quindi una azione positiva sul processo infiammatorio e sulla possibilità di recupero di una corretta funzione trofico-tissutale.
L’idrolisi enzimatica porta alla formazione della Harpagogenina che ha una azione antistaminica.
Possiede anche una azione ipoglicemizzante di entità discreta ed una azione ipocolesteromizzante dovuta (sembra) sia  ad un aumento del colesterolo HDL sia ad un aumento della captazione epatica del colesterolo stesso.
E’ un efficace antidolorifico con risultati positivi in circa il 90% dei casi.
E’ però importante notare che non può essere usato durante la gravidanza per la sua azione ossitocica.

L’olmaria (Spirea ulmaria) agisce inibendo la sintesi dei mediatori chimici della infiammazione.
Anche in essa sono presenti salicilati (Metil-salicilato, Etilsalicilato, Salicilaldeide, Sali-coside).
Ha quindi una azione antinfiammatoria con inibizione della sintesi delle prostaglandine (in particolare le PG2 ).
   Ha anche una azione analgesica ed antipi-retica connessa sempre al blocco della sintesi delle prosta-glandine

Le indicazioni tera-peutiche sono le stesse dei FANS  quindi in odonto-iatria sono usabili in tutti gli stati dolorosi ed infiammatori a prescindere dalla loro origine, si spazia quindi dal dolore post estrattivo alla terapia delle pulpiti acute (ascessi dentari).
È importante notare che la presenza di tannini nel salice può portare a disturbi gastrointestinali  cosi come la presenza di arpagoside nell’artiglio del diavolo lo rende sconsigliabile in caso di ulcera gastrica o duodenale, questi disturbi e queste controindicazioni dipendono sia dalla quantità di sostanza usata, sia dall’essere le sostanze in questione usate da sole o in associazione, per cui è sconsigliabile il “fai da te” fitoterapico e sono invece da preferire le forme farmaceutiche già in associazione pronte (come ad esempio il Rumamel), forme nelle quali sia il dosaggio sia l’associazione con altri componenti evitano le reazioni gastrointestinali.