Le intolleranze e le reazioni allergiche ai materiali dentari ( amalgama : mercurio e argento )
sono argomento largamente discusso in letteratura e

rivestono un significato sempre maggiore presso gli studi medici ed odontoiatrici

E’ ormai consolidato il riconoscere che i più comuni materiali in uso in odontoiatria protesica

e conservativa possono avere effetti dannosi sull’organismo del paziente.


I materiali odontoiatrici sono molteplici e tutti possono essere incompatibili per il paziente, 
ma quelli più frequentemente in causa sono i metalli.
Gli altri materiali odontoiatrici che possono avere un’azione nociva sull’organismo sono:
· leghe metalliche per i singoli componenti e per le fusioni
· materiali sintetici: utilizzati per conservativa, protesi, chirurgia ed ortodonzia
· materiali endodontici
· cementi
· resine
· adesivi
· solventi
· disinfettanti
I sintomi provocati dal materiale odontoiatrico incompatibile sono molteplici
e si distinguono in 1) sintomi orali e 2) sintomi sistemici.
Più frequentemente potremo avere:
Sintomi orali:
· ulcere aftose
· xerostomia
· stomatiti ed eczemi periorali
· bruciore linguale (punta e base)
· disturbi di deglutizione e fonazione
· sensazione di nodo alla gola
· alterazioni del gusto
· parestesie
· pigmentazione della mucosa in prossimità del restauro.
Sintomi sistemici:
· cefalee ed emicranie
· vertigini
· nausea
· depressione
· alterazioni della personalità
· disturbi del sonno
· alterazioni del ritmo cardiaco
· malattie dermatologiche
L’incompatibilità ad un materiale odontoiatrico (lo stesso vale per gli alimenti) può essere di tipo immunologico e non immunologico.
Se l’incompatibilità è di tipo immunologico si può diagnosticare tramite i tests epicutanei (patch test): viene applicato sulla cute un cerotto “imbevuto” della sostanza da testare e dopo 48-72 ore vediamo se nel punto di contatto si è verificata una reazione positiva.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, l’incompatibilità non è di tipo immunologico, ma è dovuta a meccanismi diversi, di difficile rilevazione. Inoltre, nella maggior parte dei casi, i materiali odontoiatrici non sono costituiti da una sola sostanza, ma da più sostanze e non esistono tests epicutanei e tests di laboratorio specifici per tali composti.
In tali casi è utile ricorrere ai tests di biorisonanza, che rilevano l’interferenza negativa di una sostanza quando questa viene messa a contatto con il corpo.
Con il test di biorisonanza è possibile testare tutte le sostanze che lo specialista odontoiatra deve applicare nella bocca di uno specifico paziente, proprio quelle che riceverà quello stesso paziente.

Quindi l’utilizzo del test di biorisonanza, e specificamente della metodica diagnostica di Organometria Funzionale - E.A.V., permette di poter testare la tolleranza dei materiali odontoiatrici prima ancora di applicarli al soggetto: infatti la sensibilità a tali materiali è individuale, tanto che si parla di “paziente-compatibilità dei materiali dentali”.

In questo modo si eviterà che il paziente “porti dentro di sé” per molto tempo, anche per tutta la vita, un materiale che potrebbe divenire la causa di varie malattie.
Ciò è ancora più utile nei bambini, data la loro maggiore suscettibilità alle sostanze tossiche.
La metodica diagnostica di Organometria Funzionale - E.A.V. consiste nel registrare la risposta di un determinato organo ad uno stimolo fisiologico applicato in punti particolari del corpo, detti “gate” o finestre.
Quando un soggetto viene messo a contatto con un materiale che non è tollerato dal suo organismo, vediamo che la risposta dell’organo testato è alterata: tale sostanza può essere nociva per la sua salute.
Il test E.A.V.è indolore e innocuo, il risultato del test è immediato.
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