La memoria dell'Acqua

 


L'acqua  che e' il miglior solvente universale; essa memorizza le informazioni (ricevute da soluti con i quali viene in contatto) aggregando in forme particolari gruppi di molecole chiamate "cluster" (che hanno un proprio CEM -Campo ElettroMagnetico) e le rilascia (scambia) SOLO quando i liquidi con i quali viene in contatto fisico, ne hanno bisogno -  si chiama compensazione per "differenza di potenziale informatico", ed il mezzo, ovvero l'interfaccia per ottenere questo scambio e' il CEM dei due liquidi (acqua e cluster informati) - che vengono ad "incontrarsi" per contatto. 
Anche ogni scambio di informazioni fra vali livelli spirituali di persone o fra varie culture, popoli ecc., avviene in quel modo. Questo "scambio" e' dovuto alla differenza di potenziale informazionale fra le parti, perche' non dovrebbe avvenire (ma avviene) anche fra dei liquidi con CEM diverso e non solo fra di essi....? la Vita stessa e' uno scambio informazionale continuo....
Quindi all’acqua (solvente universale in natura) e' possibile fare assimilare, codici, strutture ed informazioni  attraverso la "somministrazione" di uno o piu' campi elettromagnetici contenuti per esempio in soluti, come avviene per una compact cassette dove il supporto molecolare rimane lo stesso (CRO2, Fe o FeCr), ma ne cambia il contenuto fisico-elettromagnetico informativo polarizzandone ed aggregando cluster (grappoli) di molecole (questo avviene normalmente per tutti i materiali in genere, anche se per alcuni in modo molto esiguo). Si rammenta anche che il primo registratore (inventato) aveva come supporto di registrazione un filo metallico, non un nastro magnetico.
Lo stesso fenomeno nell’acqua avviene anche attraverso la pressione sonora, quindi con i suoni e le parole, ma anche il pensiero essendo campo elettromagnetico emesso dal corpo umano (cervello) cambia i risultati della cristallizzazione.
Interessantissimi sono gli studi di Masaru Emoto nei quali, attraverso molti esperimenti effettuati su campioni di acqua distillata raffreddata e resa cristallo di ghiaccio, ha scoperto come questa cambia in modo radicale la sua cristallizzazione in funzione delle parole pronunciate davanti ad essa. Il campo elettromagnetico trasportato dalla pressione sonora e/o irradiato dal cervello, e' in funzione anche della QUALITA' delle PAROLE.

vedi  le conferme anche dagli ultimi esperimenti del chimico svizzero Louis Rey




MEMORIA dell’ACQUA e BIOLOGIA DIGITALE

Sintesi di colloqui con il dr. Jacques Benveniste - direttore del “Laboratoire de Biologie Numérique” (Laboratorio di Biologia Digitale) - 32 rue Carnets - 92410 Clamart, France – Tel. 0033(0) 1 46 01 58 40 , fax: 46 31 02 77 - e.mail: jbenveniste@digibio.com

 

Il dr. Beneviste è stato interno nel sistema Ospedaliero di Parigi e direttore delle ricerche all’Istituto Nazionale Ricerche Mediche di Francia; è conosciuto a livello mondiale come specialista nei meccanismi dell’allergia e dell’infiammazione. Si distinse nel 1971 per aver scoperto il fattore di attivazione delle piastrine, mediatore coinvolto in patologie di questo genere (asma).
La “memoria dell’acqua” ? ……“ancora misteriosa……. ci dice il dr. Benveniste, ma non più del fatto che un composto formato da due gas, possa essere liquido a temperatura e pressioni normali, ma mostri dilatazione quando si raffredda “.
Domini coerenti con proprietà simili al laser, sono stati descritti nell’acqua (E. del Giudice, G. Preparata, G. Vitiello – 1988) “Water as a free electric dipole laser”, Phys. Rev. Lett. 61:1085-1088).

Più recentemente, nell’acqua è stato identificato e definito un particolare tipo di cristallo di ghiaccio stabile (non fondente) che mantiene un campo elettrico (Shui-Yin Lo, Angela Lo, Li Wen Chong et al. – 1996 – dal titolo: “Physical properties of water with IE structures”, Modern Physic Letters B, 10(19)-:921:930).
L’acqua è il veicolo per l’informatizzazione dei sistemi biologico viventi: per ogni molecola di proteine vi sono 10.000 molecole di acqua. L’acqua può e deve essere “informata” perché essa divenga il mediatore informatico; quando le molecole attivano un effetto biologico, non stanno trasmettendo direttamente il segnale, il lavoro avviene nell’acqua e dall’acqua che svolge anche un lavoro di amplificazione del segnale.
Il sistema di BioRisonanza amplificata, è lo stesso che oggi utilizziamo in un giradischi, compact disk, ecc.
….I fisici non dovrebbero preoccuparsi per il proprio futuro, l’acqua non è stata studiata, né è stata oggetto di ricerca, per lungo tempo !

Una domanda: dr. Benveniste, perché gli scienziati sono così contrari all’evoluzione della scienza, pur magari essendo all’interno del sistema della ricerca, condizionandola e spesso orientandola solo in certe direzioni ?
“Non so da dove derivino questi blocchi mentali, ma essi almeno in teoria, sono inconciliabili con la funzione di scienziato !”. “Nostro compito principale è di fornire una chiara ed inequivocabile risposta alla controversia, alle nostre dichiarazioni sulla “memoria dell’acqua”, questa è stata scatenata da alcuni anni a questa parte, senza comunque mai portare, da parte degli oppositori, serie argomentazioni e prove di laboratorio, condotte secondo i canoni della vera scienza, che dimostrino che quest’affermazione non ha senso !”.
Noi affermiamo che: ….L’acqua è in grado di veicolare informazioni molecolari (messaggi biologici) e che è possibile trasmettere ed amplificare questa informazione, così come si può fare per il suono e  per la musica.
Riteniamo che gli indicatori e la posta in gioco siano tali, che sarebbe irresponsabile non dare al più presto una possibile spiegazione.

Il fenomeno in oggetto (memoria dell’acqua) fu scoperto per caso nel 1984, mentre Il dr. Benveniste lavorava  sul sistema ipersensibile (allergico) portando alla luce, nell’alta diluizione dell’acqua nella quale era stata all’inizio diluita una determinata sostanza, che quest’acqua altamente diluita, dava luogo ad una reazione come se fossero ancora presenti le molecole della sostanza originale; quindi l’acqua manteneva una traccia delle molecole presenti all’inizio delle diluizioni. La reazione della comunità scientifica di allora, fu immediata ed incredula, corsero subito voci di imbroglio ed una commissione di “esperti” fini per affermare che si trattava di un artefatto non faudolento !

Il dr. Benveniste continua……“Da quella data sono stati effettuati migliaia di esperimenti ed osservazioni, arricchendo e consolidando le nostre conoscenze attuali. Inoltre queste osservazioni sperimentali, lungi dal contrapporsi alle teorie biologiche attualmente accettate, possono venire integrate come una loro estensione.

Siamo quindi convinti di aver portato alla luce un fenomeno essenziale alla spiegazione della biologia e della vita. Su queste basi, lo scopo della DigiBio è diventare un attore essenziale negli sviluppi scientifici ed industriali che emergeranno da queste ricerche”.

Spiegare la biologia digitale senza fornirne i principi non è possibile; quindi in termini semplici e comprensibili anche alla persona comune, ne descriviamo i principi fondamentali, per aiutare scienziati e non, a fare il salto intellettivo di qualità, su queste importanti scoperte della nuova scienza biologica:

La vita dipende da “segnali” scambiati fra le molecole, es.  quando ci si arrabbia, l’adrenalina “dice” al suo “recettore” ed a lui soltanto, non comunicando l’informazione a nessun altro, di far battere più velocemente il cuore, di contrarre i vasi sanguigni superficiali, ecc.

In biologia, le parole: “segnale molecolare” sono comunemente e spesso utilizzate; eppure chiedendo ai biologi anche più noti ed accreditati, quale sia la natura “fisica” del segnale, non sanno rispondere, ed alle volte non comprendono neppure la domanda ! Essi si sono inventati una loro fisica cartesiana (molto lontana dalla fisica moderna) secondo la quale il semplice contatto (le leggi dell’impatto di Cartesio, presto confutate egregiamente da Huygens) fra due strutture che si uniscono, crea energia, stabilendo in tal modo uno scambio di informazione. Fino ad oggi tutti i biologi seguono questa teoria e recitano pedestremente quest’ideologia senza comprenderne l’assurdità e senza porsi il problema di quali meccanismi di fisica intervengono fra queste due parti.

Sappiamo da decenni che le molecole vibrano. Ogni atomo, di ogni molecola ed ogni legame intermolecolare - il ponte che collega gli atomi - emette un gruppo di frequenze specifiche individuabili. Infatti grazie ai radiotelescopi queste specifiche frequenze di molecole semplici o complesse, vengono captate anche a distanza di miliardi di anni luce dalla terra !.

I biofisici descrivono queste frequenze come una caratteristica fondamentale della materia, ma i “moderni” biologi non ritengono che le onde ElettroMagnetiche (C.E.M.) possano giocare un ruolo fondamentale nelle funzioni molecolari !

Infatti in biologia non si trova la parola “segnale o frequenza” (nel senso fisico del termine) in nessun trattato sulle interazioni molecolari, per non parlare del termine C.E.M. (Campo ElettroMagnetico) che se utilizzato porterebbe alla “scomunica” dalla comunità scientifica della biologia molecolare, detta ortodossa !

Ma proprio le vibrazioni/frequenze sono gli “strumenti”, cioè i mezzi per mezzo delle quali l’informazione, le istruzioni, si scambiano fra le molecole lungo la scala a cascata degli eventi, che governano le funzioni biologiche ed in larga misura se non per tutte, anche di quelle chimiche.

Il dr. Benveniste dopo otto anni di ricerche ed esperimenti riuscì a dimostrare di poter trasferire specifici segnali molecolari, utilizzando un amplificatore e delle bobine elettromagnetiche.

Nel luglio 1995 riprodusse questo segnale, convertendolo in suono, utilizzando un computer multimediale con scheda sonora, questo tipo di scheda registra solo frequenze fino a 20.000 Hz.

Seguendo questi principi e continuando gli esperimenti, egli è riuscito ad indurre i recettori specifici per molecole semplici o complesse, a “credere” di essere in presenza delle loro molecole favorite, solo riproducendo le frequenze registrate di quelle molecole !

Per arrivare a questo risultato egli lo ha fatto in questo modo:

1)       registrare l’attività della sostanza su di un computer

2)       riprodurla verso un sistema biologico sensibile alla sostanza stessa

Vi è quindi da ritenere che quando una molecola si trova in presenza del suo recettore, faccia la stessa cosa: emetta frequenze che il recettore è in grado di riconoscere.

Questo fatto indica che:

Un segnale molecolare può essere efficientemente rappresentato da uno spettro di frequenze fra i 20 Hz ed i 20.000 Hz, che è la stessa estensione della musica ed in parte della voce umana.

E’ noto che il nostro cervello emette solo C.E.M. a bassa frequenza per poter modulare ed attraversare il “mare di liquidi” che compongono il “terreno” biologico del corpo fisico, cosi come i sottomarini negli oceani, comunicano con le loro basi e fra di loro, solo con emissioni a bassa frequenza !

Le emozioni sono state da sempre messe in relazioni con le frequenze dei suoni; infatti un certo tipo di melodia rilassa ed un’altra eccita e ciò in funzione del tipo di composizione di frequenze utilizzate.

Questi sono fenomeni interattivi psico-emotivi-elettro-cerebrali-chimico-fisici, attivati da frequenze (luce=biofotoni, in emissione/ricezione di luce –inFormAzione coerente=biolaser) ben definibili e definite.

Un semplice esperimento che suggeriamo a tutti i ricercatori:

Prendere 2 bicchieri e metterli uno a fianco all’altro senza che essi si tocchino; inserirvi del sangue fresco di animale; nel primo bicchiere inserire una sostanza che faccia reagire gli anticorpi del sangue; una volta che la reazione è avvenuta, controllare cosa avviene nel secondo bicchiere, osserverete che anche in esso è avvenuta la reazione anticorpale senza che vi sia stata aggiunta alcuna sostanza….come mai ?  !  perché l’informazione è passata dal sangue del primo bicchiere a quello del secondo, scatenando la stessa reazione anticorpale !

Ecco dimostrato il meccanismo della trasmissione/ricezione attraverso i biofotoni, dell’informazione fra le varie sostanze = interazione per mezzo della luce ! Ciò avviene anche ed ancor più in tutti gli esseri viventi.

Ciò significa semplicemente che tutti i sistemi biologici funzionano come ricevitori radio, ricetrasmittenti, tramite la BioRisonanza = interattività per mezzo della luce/informata.

L’omeopatia funziona seguendo queste linee guida !

Questi importanti progressi scientifici, nella comprensione dei più nascosti meccanismi di riconoscimento e segnalazione molecolare per mezzo della luce/biofotoni, sono assolutamente in linea con le più recenti scoperte e formulazioni della fisica e della chimica. Abbiamo fatto un altro grande passo in avanti nella comprensione e nell’accrescimento dell’attuale corpo di conoscenze in Biologia e Medicina.

Tutti i libri di Biologia e di Medicina, vanno riscritti ed aggiornati alla luce di questi importanti scoperte.

Con questi meccanismi possiamo solo ora comprendere molto bene come milioni di molecole biologiche possano comunicare alla velocità della luce nel corpo dei viventi (composti di acqua), ognuna con la propria molecola corrispondente e con essa soltanto, le necessità di base per il buon e corretto funzionamento dei sistemi biologico viventi e si capisce come minuscole modificazioni chimiche (es. i farmaci/vaccini) producono considerevoli conseguenze funzionali indesiderate.

Basta che il sistema informatico si blocchi per qualche ragione, in un qualsiasi punto dell’organismo, che tutto il sistema ne risente……ecco la malattia ! Il suo C.E.M. globale è alterato; frequenze spurie/anomale vengono emesse e quelle adatte e simbiotiche al sistema globale vengono inibite !

Quindi è possibile anche pensare di preparare apparecchiature in grado di demodulare il sistema, registrando le frequenze delle malattie, registrarle ed immettere le frequenze in contro fase per annullare gli effetti di quelle mancanti.

Oppure rimodulare l’acqua (appropriata) memorizzandola con le frequenze mancanti al sistema, e fornirla da bere al malato in modo da riequilibrare l’intero sistema alterato.

Nuove ed interessanti prospettive si aprono nel nostro immediato futuro anche e sopra tutto nel campo della biologia ed in quello medico sanitario.

Comunque ricordiamo che la memoria dell’acqua cosi come quella di ogni altra sostanza, risiede nella possibilità intrinseca di accumulo e rilascio dell’informazione della “luce” ovvero energia fotonica, (vedi i lavori di Popp) in essi contenuta; è solo attraverso il mezzo “luce” che l’informazione coerente (biolaser) si propaga e si diffonde attraverso le cose create nell’UniVerso.

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Osservatorio – Scienza 

Sta facendo sempre più scalpore il lavoro del Dr. Masaru Emoto grazie al suo libro "Messages from water" ma forse non tutti sanno che questi studi sono cominciati quasi vent'anni fa grazie ad un biochimico con "problemi familiari" che ha scoperto un'interessante relazione tra le frequenze e l'acqua contenuta nel nostro . . . DNA.

 

Il libro "Messages from Water" (che tradotto risulta: "messaggi dall'acqua") ci mostra quali messaggi interessanti serbi per noi, e per la nostra coscienza, un elemento così familiare come l'acqua.
Uno Scienziato giapponese, Masaru Emoto, prendendo una prospettiva inusitata del lavoro di ricerca effettuato dal biochimico nutrizionalista Lee H. Lorenzen jr. ha scoperto delle interessanti interazioni con l'acqua attraverso un sistema piuttosto semplice. In realtà si tratta di prendere dell'acqua distillata e sottoporla ad alcuni esperimenti "bizzarri" quali: farle ascoltare musica; scriverci sopra delle frasi; avvicinarla a degli oli essenziali; ecc ...
Fatto questo si cristallizza l'acqua, così trattata, se ne fotografa il risultato al microscopio e si ottengono le immagini riportate sulla pubblicazione edita da Hado Kyoikusha Co. Ltd., Tokio (145 pag., Lire 80.000 disponibile presso: Bridge s.a.s. via Rialto, 13 - 35122 

L'interessante è notare come a seconda delle frasi o delle musiche alle quali viene sottoposta l'acqua essa reagisce. Ad esempio una frase tipo: " mi fai schifo ti ucciderò" l'acqua sembra non cristallizzarsi affatto mentre alle parole "amore/apprezzamento" crea delle geometrie armoniche... alla musica Heavy Metal, rappresentata visivamente come un ristagno dei più bassi risentimenti, risponde alla sinfonia n° 40 di Mozart con le più alte assonanze geometriche.

Un'altro aspetto interessante è che le basi su cui si fonda questo esperimento sono da ricercarsi sul lavoro del succitato Lee H. Lorenzen jr.




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CLUSTER dell'ACQUA

Il biochimico nutrizionalista Lee H Lorenzen, jr., ha sviluppato il concetto di Clustered Water più di 14 anni fa per aiutare sua moglie Penny che soffriva di "stanchezza cronica" (in inglese Chronic Fatigue).

Lee iniziò una ricerca per la cura di questa malattia. Lavorando con scienziati giapponesi, realizzò che molte sorgenti di acqua in varie parti del mondo sono riconosciute come curative .
Fino a questo momento si credeva che queste proprietà fossero dovute ad un effetto placebo. 
La società Cellcore iniziò le ricerche per trovare le ragioni di questi fenomeni inspiegabili. I ricercatori scoprirono che le sorgenti curative come quelle di Lourdes in Francia e di Kiromisu in Giappone sono tali perché contengono dei "Clusters" naturali nella loro acqua.
Purtroppo per avere l'effetto da queste acque bisognava bere dalla direttamente sorgente.
L'acqua non è stabile e deve essere consumata pochi minuti dopo che sgorghi in superficie.
Non è mai stato possibile portare via l'acqua e mantenerne la stabilità. 
La Cellcore ha brevettato un processo che crea Clusters stabili che durano molto a lungo. 
Dopo anni di lavoro il Dott. Lorenzen è stato premiato con un riconoscimento negli Stati Uniti nel gennaio del 1998 e nel marzo del 2000 testimoniando l'efficacia della tecnologia dei Clusters. 
Per anni la gente in tutto il mondo ha beneficiato delle sorgenti curative e adesso c'è la possibilità di ottenere gli stessi effetti senza recarsi in loco.


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In ottobre del 1994 Alfred G. Gilmann dell'università del Texas Southwestern Medical Center e Martin Rodbell del National Institute of Environmental Health Sciences, hanno ricevuto il premio Nobel per aver determinato come le cellule del corpo umano comunicano tra loro attraverso segnali radio/chimici che emettono e ricevono decodificandoli. 

Altri scienziati come il Dott. Lee Lorenzen hanno dimostrato che questo passaggio di segnali era facilitato dall'acqua "Cluster" o "anellata" che è presente nelle cellule di tutti gli esseri viventi (DNA).
David Baltimore (altro premio Nobel) un biologo molecolare dell'Università Rockfeller di New York ha detto che "questo apre un nuovo mondo nell'interazioni biochimiche le quali controllano il comportamento delle cellule"

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Questione ancora aperta: esiste la memoria dell'acqua, come già alcuni avevano ritenuto, non creduti, in passato ?

Pare di sì a giudicare dagli ultimi esperimenti del chimico svizzero Louis Rey, che ha indagato la memoria dell'acqua sul ghiaccio. Come riferito su Physica A, la questione non è puramente teorica. Infatti molti seguaci della medicina omeopatica basano le loro cure su soluzioni acquose diluitissime di un composto, il principio attivo della cura. 
Senza memoria la presenza effettiva del principio attivo è così ininfluente che la cura stessa non potrebbe che essere inefficace.
Per riuscire a districarsi in questa annosa diatriba tra oppositori e sostenitori della memoria dell'acqua, Roy ha studiato il ghiaccio con la termoluminescenza. La tecnica consiste nell'inviare radiazioni al campione e in seguito misurare il tipo di luce emessa da esso. Questa viene rivelata su un grafico, tecnicamente noto come spettro. 
La forma dello spettro dipende dal tipo di legami chimici di cui è composto il solido esaminato. 
Roy ha studiato lo spettro del ghiaccio puro e lo ha poi confrontato con quello di ghiaccio ottenuto raffreddando soluzioni diluitissime di due sali, il comune sale da cucina, cloruro di sodio, e il cloruro di litio. 
Poiché l'effetto dei sali è quello di stravolgere il normale reticolo di legami chimici dell'acqua, la tesi di Roy è che se l'acqua ha memoria allora gli spettri del ghiaccio puro e di quello ricavato dalle soluzioni saline anche iper-diluite devono essere diversi.  Ed effettivamente lo scienziato trova che è così.
Allora l'acqua ha memoria anche di una minima quantità di soluti sciolti in essa ? 
I suoi esperimenti non chiudono la questione. C'è chi obietta che le proprietà chimiche del ghiaccio sono diverse da quelle dell'acqua, chi sostiene di valutare la ripetibilità dei suoi risultati sperimentali.
Tratto da
http://www.heramagazine.net/news/newssommario.html

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Un Fisico conferma: L’acqua ha una memoria !

Uno scienziato svizzero ha fatto felici tutti i sostenitori dell'omeopatia, dimostrando che l'acqua ha un'ottima memoria. È quindi capace di mantenere il ricordo delle sostanze che sono state disciolte in essa.

L’omeopatia è la medicina alternativa più conosciuta e diffusa nel mondo occidentale. Tuttavia, questa disciplina è fondata su un principio che non convince per ora la maggior parte dei medici: il fatto che l’acqua possegga una specie di memoria.
In omeopatia, infatti le sostanze attive, per i farmaci omeopatici, sono sciolti in acqua a diluizioni molto alte. Ciò significa che trovare una molecola di principio attivo nella boccettina di medicinale omeopatico e’ quasi impossibile. Tuttavia, le cure omeopatiche funzionano anche perche’ alle volte, hanno delle controindicazioni (effetti collaterali di disturbo) per cui vanno sospese.

Secondo i medici che li preparano, i farmaci omeopatici funzionano perché l’acqua mantiene la “memoria” delle sostanze che vi sono state disciolte.
Per cui non importa quanto sia diluito il principio attivo omeopatico, l’acqua ne porterà sempre l’impronta. Ed è proprio questa impronta che rende l’acqua capace di aiutare a guarire.
Il limite dell’omeopatia pero’ è questo: l’esistenza della memoria dell’acqua, infatti, non è mai stata dimostrata dalla medicina ufficiale in quanto non sono stati effettuati studi con nuove e piu’ avanzate tecniche di indagine. Ci aveva provato qualche anno fa il famoso immunologo francese Jacques Benveniste, caduto recentemente in disgrazia (scientificamente parlando), pare proprio per la irripetibilita’ delle sue ricerche sull’argomento. Ma dalla Svizzera arrivano ottime notizie per i sostenitori delle medicine alternative. Il fisico fisico Luis Rey, pare sia riuscito a dimostrare la presenza della memoria dell’acqua con un suo nuovo procedimento tecnico scientifico.
Il ricercatore elvetico, che e’ un personaggio insospettabile, ha usato una tecnica chiamata termoluminescenza, tecnica impiegata per studiare la struttura molecolare dei solidi: es. se si illumina una oggetto, infatti, parte dell’energia luminosa viene assorbita e poi riemessa dal corpo. Le caratteristiche della luce emessa sono diverse da quella che ha colpito l’oggetto, e dipendono dalla struttura molecolare dell’oggetto stesso.

Definizione della Termo Luminescenza (tratto da: http://www.sapere.it/tca/MainApp )
”Luminescenza dovuta a eccitazione termica.
Si verifica in alcune sostanze, fosfori, per riscaldamento lento e graduale a temperatura molto inferiore a quella richiesta per l'incandescenza; si origina quando il materiale contiene determinate impurezze (per esempio gallio o indio nel solfuro di zinco, che è un materiale termoluminescente). 
Il fenomeno viene spiegato ammettendo che nel fosforo esistano trappole per elettroni e centri di luminescenza. Per effetto della radiazione esterna si creano elettroni liberi, alcuni dei quali potrebbero, in assenza di riscaldamento, essere intrappolati anche per lungo tempo con conseguente fosforescenza; con il riscaldamento invece l'elettrone può ricevere energia sufficiente per uscire dalla trappola, andare in un centro di luminescenza, cedergli la sua energia e determinare la corrispondente luminescenza per emissione di radiazione. Il fenomeno è ben distinto dall'emissione puramente termica. In archeologia, la termoluminescenza viene impiegata per la datazione di reperti fittili (vasi, mattoni, argilla), sui quali non risulta efficace la datazione tradizionale con il carbonio 14, più adatta a materiali organici (legno, ossa, semi ecc.). 
Stimolato da un riscaldamento, il campione in esame, che nella sua storia ha ricevuto radiazioni ionizzanti dal terreno in cui è stato sepolto, genera un'emissione di luce. Misurando la quantità di luce emessa si risale alla dose radioattiva ricevuta e quindi all'età del campione”.
Indagine con la luce
Usando la tecnica di analisi della Termo luminescenza, il ricercatore svizzero Luis Rey ha studiato il ghiaccio formato da acqua pura e da alcune miscele di acqua e sali. Lo spettro di emissione delle varie soluzioni, che si ottiene al termine dell’esame per mezzo di un grafico, è molto diverso.
Questo perché le molecole d’acqua in presenza di un soluto cambiano il modo in cui sono legate tra di loro nel ghiaccio; diluendo la soluzione con la classica procedura omeopatica si ottengono gli stessi risultati; questa e’ la vera scoperta del ricercatore Luis Rey.
Egli ha dimostrato che anche se nella “miscela omeopatica” sono  assolutamente assenti le molecole di sale, le molecole dell’acqua che ne e’ venuta a contatto, rispondono alle radiazioni proprio come se ci fosse ancora molta sostanza disciolta del sale, cio’ corrisponde proprio a come se quell’acqua avesse mantenuto il ricordo ovvero la memoria del sale che aveva contenuto precedentemente.